19.02.23
Spiego quello che avrei voluto mi spiegassero quando ero giovane
Maurizio Parenzan

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Note (se avete problemi con le pagine in inglese usate pure Google Translate)
  • abbiamo parlato dell’effetto diluizione quando facciamo parte di gruppi numerosi. più il gruppo è numeroso e più tendiamo a cercare di far parte di gruppi piccoli che, inevitabilmente, sono chiusi in sé stessi e limitano le nostre capacità di fare network e trovare le persone con le quali siamo più affini. la lezione che mi porto a casa da questo spunto è quella di non restare fermi sul network che abbiamo ma cercare sempre di “forzarci” a uscire dalla comfort zone per trovare persone, o gruppi, che sono più affini ai nostri interessi e le nostre ambizioni
  • abbiamo parlato dell’importanza della scelta del luogo in cui andare a vivere, sopratutto all’inizio della carriera perché in quegli anni andiamo a definire la traiettoria che poi cavalcheremo nei 30 e passa anni successivi. A tal proposito abbiamo citato il tweet di Naval Ravikant che davvero dà un’enfasi incredibile al luogo in cui dovremmo scegliere di andare a vivere e lavorare.
  • Grazie a questo spunto abbiamo anche citato altri 2 elementi fondamentali nella scelta dei primi lavori: la possibilità di imparare e il brand dell’azienda in cui andare a lavorare.
  • Maurizio ci ha poi raccontato l’importanza che ha avuto, nella sua carriera, il fatto di trovarsi a fare il lavoro di chi “subiva” il suo lavoro precedente. Ne ha parlato in relazione ai contratti di lavoro che andava a redigere ma questo è un punto universale: più siamo capaci di metterci nei panni delle persone per le quali lavoriamo, magari addirittura arrivando ad avere esperienza nel fare quello che queste persone fanno, vedere il problema dal loro punto di vista, più saremo capaci di adattare il nostro lavoro alle loro esigenze e questo è uno dei segreti di carriera e di vita perché l’apprezzamento che riceviamo quando facciamo un lavoro SU MISURA, esattamente tarato sulle esigenze di chi questo lavoro dovrà usarlo, è senza paragoni.
  • Abbiamo poi sentito il suggerimento di Maurizio sul cercare di capire i meccanismi dell’azienda e come le varie parti, le varie divisioni, lavorano insieme. Questo è stato il modo in cui lui è riuscito a fare un passaggio di carriera laterale, in una divisione che per la quale non era pienamente qualificato ma che di fatto poteva trarre valore dall’avere un profilo come il suo.
  • Abbiamo anche ripreso il tema “headquarter vs filiale” e delineato i vantaggi e limiti di entrambi i punti di vista. Non dovremmo sorprenderci dalla conclusione che abbiamo tratto: per capire bene tutti e 2 i punti vista dovremmo fare esperienze su ambo i lati così da avere elementi di contatto con tutti gli scenari possibili ed essere quindi maggiormente in grado di interfacciarci con tutti.
  • abbiamo anche sentito di come Maurizio abbia deciso, come spesso anche io consiglio di fare diverse volte durante le mie sessioni di coaching, di andare a farsi un’esperienza all’estero e, nel suo caso, l’abbia fatto con stile: in motocicletta con biglietti solo andata.
  • abbiamo anche discusso di come gestire le situazioni in cui le aziende di ristrutturano e di come, se siamo attenti e pronti, possiamo trarre vantaggio da queste situazioni e viverle come opportunità e non con stress e ansia come invece, spesso, sento fare.
  • abbiamo discusso anche il tema delle carriere versatili, dei ruoli che permettono di passare, forti una competenza specifica che è presente in molte industry, da un’industry all’altra. utilissimo quindi riflettere su che tipo di ruolo stiamo scegliendo e, sopratutto, che tipo di opportunità di movimento questo ruolo di potrà dare tra 2 o 3 anni.
  • abbiamo parlato del senso che un lavoro può avere per noi, il senso intrinseco ma anche il senso che diamo noi al lavoro quando lo interpretiamo invece che eseguirlo in modo meccanico
  • Maurizio ci ha poi raccontato la sua avventura imprenditoriale nel mondo immobiliare e abbiamo confrontato diversi aspetti di cosa questo voglia dire, le implicazioni, le complessità e le opportunità
  • Abbiamo poi sentito dell’approccio metodico di Maurizio nella ricerca del “prossimo” paese in cui andare a vivere. Maurizio ha studiato, ha provato, è andato in loco per respirare l’aria dei vari posti che stava valutando. Questo è stato molto importante e io lo dico sempre: andare in vacanza in un posto non ti dà affatto l’idea di cosa voglia dire viverci. Bisogna infatti provare a fare cose normali, il commute, la spesa, il weekend al centro commerciale o al parco giochi… questo ci darà una vera misura di un posto e ci dirà se fa per noi oppure no.
  • Maurizio poi ha condiviso uno dei grandi vantaggi delle grandi aziende: la possibilità di fare rotazioni di ruolo, di paese, di sede, di mansione… questo davvero nelle piccole aziende è difficile farlo ed è il motivo per cui secondo me un giovane dovrebbe sempre provare a fare qualche anno in grande azienda
  • Abbiamo poi sentito il racconto del test di self assessment che Maurizio ha fatto e che gli ha rivelato cose di cui non era pienamente consapevole. L’acquisizione di questa consapevolezza gli ha poi permesso di rifocalizzare i suoi ruoli facendo leva sui suoi punti di forza e di interesse e permettendogli di segnalare all’azienda quali sono i tipi di profili che meglio completano il suo skillset e gli permettono quindi di avere maggior impatto suoi progetti di cui si occupa.
  • abbiamo discusso l’importanza del DARE e di focalizzarci solo su quello che possiamo dare in una relazione, sia personale che professionale. Dare ci posiziona in modo ottimale quando, dovesse mai venire il momento, dobbiamo chiedere qualcosa, chiedere una flessibilità, un aiuto, un contributo non-standard di cui, in quel momento, potremmo aver bisogno.
  • e infine siamo arrivati alla sua “seconda vita” da youtuber, nata quasi per caso e poi, da buon ingegnere, accuratamente pianificata e portata avanti

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