02.04.23
Ho capito chi volevo essere leggendo un libro
Gianluca Torregrossa
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- siamo partiti parlando proprio del consumo di podcast. abbiamo parlato di come fare ad ascoltarli in modo rapido ma, nello stesso tempo, avere un modo efficace per ricordarci le cose importanti, quelle su cui dobbiamo riflettere per poterle usare per cambiare la nostra vita usando i contenuti a cui siamo esposti
- abbiamo poi parlato di leadership, che non è una cosa alla quale si pensa subito quando si parla di chirurgia. Gianluca ci ha parlato dell’importanza di avere modelli da emulare ma non da copiare: dobbiamo osservare, capire se quello che vediamo ha senso per noi e farlo nostro.
- abbiamo anche parlato dell’importanza delle ripetizioni, della pratica, dell’allenamento per raggiungere l’eccellenza in quello che facciamo. non esiste essere un fenomeno se non lavori ore e ore e ore e ore e ore di lavoro dietro, di esperienza, di simulazioni che ti preparano al momento clou in modo che tu possa eseguire lo script quasi senza pensare
- inevitabile che io mi soffermassi sul descrivere l’importanza di leggere biografie, sopratutto le autobiografie, per poter sviluppare la capacità di visualizzare i problemi che affrontiamo con gli occhi delle persone delle quali abbiamo letto le vite.
- abbiamo poi parlato dell’importanza dei riti per entrare in “the zone”, abbiamo citato la musica, il rito del lavaggio delle mani, abbiamo anche parlato di come configurare i nostri dispositivi come strumenti che facilitano la nostra capacità di focalizzarci, di entrare in uno stato di sintonia totale con quello che stiamo facendo, condizione necessaria per poter performare al nostro top
- abbiamo parlato di autodisciplina come capacità ahimè oggi assai rara ma fondamentale per raggiungere l’eccellenza in qualsiasi campo. questa serve sia per avere perseveranza negli allenamenti e nella preparazione ai momenti clou, sia per riuscire a ignorare le distrazioni che il mondo di oggi purtroppo ci propina in ogni momento
- su questo punto andatevi a vedere i 2 video che ho messo nelle notes… uno è quello di cui ho parlato nel podcast in cui Jay Williams racconta l’aneddoto di Kobe, l’altro è uno simile, più breve in cui Chris Bosh racconta una cosa simile.
- siamo partiti dall’esperienza di Gianluca al Morosini e di come gli abbia impartito i primi barlumi di disciplina, imponendogli di organizzarsi, di seguire un sistema, delle regole, delle abitudini. Può sembrare estremo ma sentite come Gianluca ne parla: sicuramente non si godeva le corse al freddo nel campaccio, ma ne riconosce il valore formativo e pedagogico nonché il ruolo che ha giocato nella sua crescita personale e professionale
- abbiamo parlato di decisioni macro e micro. prendere le macro è più facile e le micro sono facili quando sono una conseguenza di quelle macro prese quando siamo lucidi e in controllo. se invece dobbiamo affidarci alle micro rischiamo di cedere alle tentazioni molto più facilmente
- abbiamo poi parlato di come facilitare il mantenimento delle buona abitudini e la disciplina: non vuol dire avere sempre voglia, ma creare un sistema che massimizzi la probabilità che tu segua il programma anche quando la voglia non c’è
- abbiamo sentito di dove è nata la decisione di Gianluca di fare il medico: la lettura di un libro ovvero l’esposizione che ha avuto a un mondo a lui totalmente alieno che lo ha catturato e lo ha indirizzato su una strada che fino a quel momento non aveva mai considerato
- abbiamo poi sentito di come Gianluca abbia scelto gli USA perché erano considerati uno dei centri di eccellenza in cui imparare cardiochirurgia. Ora, la lezione qui è forte ed è simile a quanto vale nel mondo dell’alta ristorazione e in altri mondi, più artigianali che corporate devo dire: vuoi diventare il migliore? bene, devi PRIMA imparare dai migliori e POI potrai pian piano aggiungere pezzi tuoi alle basi che impari nella tua gavetta e che DEVI imparare a dominare
- in chiusura abbiamo sentito l’aneddoto di Gianluca nella sua intervista con Adams: la chiave per entrare è stata l’aver fatto domande, l’aver messo in discussione la premessa, l’aver mantenuto una mente lucida e, sopratutto, l’aver trattato Adams da collega a cui chiedere una domanda, non come una divinità che andava compiaciuta a tutti i costi anche rischiando la vita del paziente sul tavolo. Come dico spesso nel podcast, i colloqui migliori sono quelli in cui abbiamo rapporti paritetici con chi ci intervista, non di pura sudditanza
- abbiamo sentito il valore di fare fatica insieme e risolvere problemi insieme nella creazione, o cementificazione, delle relazioni personali. le persone si stringono le une alle altre come non mai quando sono dalla stessa parte della risoluzione di un problema… ed è uno strumento che un leader e un manager deve saper usare quando ci sono dinamiche di team da mettere a posto
- Gianluca ha poi condiviso una teoria che condivido appieno: il grosso del lavoro tra mentor e mentee lo deve fare il mentee, deve mettere energia, passione, voglia, interesse, curiosità. Tenetelo bene a mente la prossima volta in cui vi sembra che il vostro mentor non vi segua come vorreste
- avete poi sentito la grande tecnica che Gianluca ha usato per convincere il suo capo a lasciarlo andare a Chicago, posizionando la cosa come un vantaggio per lui, per il capo, vantaggio che avrebbe soverchiato di molto i possibili problemi che la sua assenza per due anni avrebbe causato.
- avete poi sentito come Gianluca non sia stato con le mani in mano durante il COVID, ma abbia invece cercato di fare cose utili, nel suo caso creando un podcast per condividere news e informazioni sul mondo della cardiochirurgia con altri che sicuramente si sono arricchiti grazie a quello che lui ha fatto… magari ha salvato qualche vita!!! Pensate quanto facile sarebbe stato stare a casa a non fare niente… e invece no! Non puoi spingere in quello che fai di solito? Bene, spingi in un altro modo 🙂
- Gianluca ci ha poi raccontato del suo passaggio finale, passaggio che magari possiamo pensare casuale ma che, come avete sentito, è stato causato da una serie di relazioni e connessioni che Gianluca ha creato negli anni
- e poi abbiamo chiuso parlando di cosa fare per non aver bisogno di Gianluca
- attività fisica… se qualcuno di voi è sorpreso vada ad ascoltarsi gli episodi con Tortora e Triglione
- evitare sigarette, droghe, alcohol (troppo), obesità
- fare check-up, sopratutto se abbiamo una storia di famiglia di problemi cardiaci
- mangiare poco: Gianluca suggerisce la dieta Prolon che ho provato e che vi metto nelle show notes assieme alle mie impressioni; e suggerisce di saltare il pranzo (a quelli di voi che non riescono consiglio HUEL, io lo uso ormai da 4 mesi e mi trovo benissimo, anche qui link nelle show notes
- Il profilo LinkedIn di Gianluca
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