10.07.22
Dai tempo alle persone e ti stupiranno
Andrea Attanà
Trasferibilità di competenze. Parlando di uno dei benefici del podcast che faccio, ho condiviso un approccio alla vita e al lavoro: impariamo a fare cose che sono trasferibili, che ci possono essere utili in diversi ambiti e moltiplicheremo il valore, nostro e di quello che sappiamo fare.
Ci ha parlato di una cosa importante: il dare alle persone una ragione per essere loro utili, diventare un riferimento per una cosa specifica. Andrea ci ha raccontato di come la macchina da scrivere sia stata il catalizzatore di molte relazioni, e di come a questa sia stata associata un’attitudine di apertura e di accoglienza, di prendersi cura dell’ospite.
Abbiamo poi parlato dell’inizio del suo rapporto con la tecnologia, come passione per i videogiochi… passione che però non ha trovato sbocco e seguito all’università a causa di mancanza di continuità nell’insegnamento delle materie scientifiche. Qui ho fatto una riflessione perché anche a me è capitata la stessa cosa all’università… e la lezione che ho imparato è che dobbiamo crearci un supporto di persone che possano fungere da guard rail nel caso in cui siamo tentati dal prendere decisioni emotive. questo sistema di supporto è fondamentale perché le decisioni emotive sono sempre pericolosissime!
E qui mi rivolgo a voi come amici. VOLERE BENE a qualcuno vuol dire fare ciò che rappresenta il bene per questa persona, non quello che pensiamo che questa persona voglia sentirsi dire. assicuratevi di creare un ambiente di trasparenza e apertura che permette a chi vi sta intorno di sentirsi sereni nel dirvi ciò che pensano, ascoltateli e ringraziateli, sia che poi seguiate il consiglio, sia che non lo facciate.
Andrea ci ha poi raccontato di come lui si sia, forse inconsciamente, tolto l’opzione di non finire l’università e di come tutto il suo corpo e i suoi sforzi, una volta presa quella decisione, si siano focalizzati sul come fare a finire. Pensate un po’ a quante volte nella vostra vita vi trovate in situazioni in cui, poiché lasciate la decisione aperta, vi fate tentare dalla “via facile”. Se invece togliete automaticamente la via facile, poi fate la cosa che realmente volete fare ma che, nel momento, magari non avreste avuto la forza di fare.
Andrea ci ha parlato di come “si scegliesse i capi” e di come lui abbia vissuto i suoi colloqui non come esame, ma come “dato di fatto” per la parte che lo riguarda… il che gli ha liberato “banda” e attenzione per poter valutare la persona che stava dall’altro lato del tavolo, capire se poteva essere una persona dalla quale imparare, capire se la cultura dell’azienda nella quale stiamo entrando è coerente con i nostri valori e con l’ambiente che cerchiamo in un posto di lavoro.
Abbiamo poi discusso dell’importanza di ascoltare il nostro corpo, le nostre reazioni fisiologiche quando facciamo i colloqui, sia da intervistatore che da intervistato, e di quanto siano indicatrici di come ci sentiremo e di quanto potrebbe darci lavorare con la persona con la quale ci siamo confrontando.
i primi momenti dei social network professionali in azienda… osteggiati e bloccati all’inizio, ma poi adottati da tutti. importante notare come, quando provi a VIETARE una cosa, non serva di fatto a nulla se questa cosa SERVE a tutti. molto meglio invece seguire il flusso e anzi vantarsi di avere una mente aperta.
Andrea ha detto una frase verissima “siamo il nostro feed” e dobbiamo curarlo bene per essere certi che rifletta i nostri interessi e ci fornisca i temi che nutrono i nostri interessi.
dobbiamo fare molta attenzione a scegliere le persone delle quali ci circondiamo perché esse giocano un ruolo centrale in chi siamo, come stiamo e, sopratutto, come diventeremo e dove andremo. Andrea ci cita Randy Pausch che dice “dai tempo alle persone e ti stupiranno” che trovo essere un ottimo complemento alla mia filosofia… non dobbiamo scegliere i libri dalle loro copertine, ma nemmeno dobbiamo arrivare alla fine se, giunti a metà, non abbiamo trovato nulla che ci stimoli in alcun modo o, peggio, se stiamo leggendo cose che ci fanno male. Non è facile ragazzi, ma datevi due domande
Fate bene a voi stessi se continuate a dedicare tempo ad una relazione che non vi fa crescere o, peggio, che vi fa male?
fate bene all’altra persona se, quando vi relazionate con lei, dovete sforzarvi, fingere, dire cose che non sentite vostre e fate “perdere” tempo a questa persona dandole una versione subottimale di voi stessi?
Nelle relazioni dobbiamo sempre sforzarci di risolvere il dubbio della persona che abbiamo davanti… e quindi chiarire anche a noi stessi chi siamo, cosa vogliamo, quali sono i principi fondanti del nostro essere, in modo da poter offrire qualcosa di chiaro a chi ci sta di fronte. Un’ottima strategia è lasciare spazio e tempo agli altri e lasciare che siano loro a riempirli, anche e sopratutto quando l’istinto ci porterebbe ad essere noi a riempire il silenzio. Da questo punto di vista domandatevi: quali sono le persone che fanno parte della vostra vita con cui non avete problemi a passare 10 minuti in totale silenzio senza sentirvi a disagio? Nelle relazioni ci deve essere chiarezza su quale sia il valore scambiato… ovviamente valorizzando e mettendo al centro la componente empatica e il rispetto delle altre persone, del loro tempo, del loro pensiero e di come loro si sentono.
Poi Andrea ci dà un po’ di dritte su come “gestire” il network, come essere rilevante per chi ci segue e come interagire con persone che a nostra volta seguiamo
e infine ci spiega come ottenere il massimo da linkedin, l’uso di articoli, interazioni e commenti.
- Il profilo LinkedIn di Andrea
- [VIDEO] – Il video di Randy Pausch a Carnegie Mellon
- [VIDEO] – Il trailer dell’episodio di Chef’s Table con Francis Mallmann
- [LIBRO] – Quiet. the power on introverts in a world that can’t stop talking di Susan Cain
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