02.07.23
Se lavori bene "vendere" è facile
Stefano Torregrossa
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- siamo partiti parlando dell’importanza di condividere le idee che abbiamo per dare loro una chance di vedere la luce del sole. questo anche a sopratutto quando non ci guadagniamo nulla! non sapete mai che porte possono aprirsi quando vi concentrate sul DARE senza aspettarsi nulla in cambio
- abbiamo anche parlato dell’importanza di provare un genuino piacere a fare quello che facciamo, sopratutto quando sono cose che ci tolgono tempo dalle nostre passioni e dai nostri interessi. Le side gig sono importanti e chi ascolta questo podcast lo sa, ma è importante che non finiamo, spesso inconsapevolmente, a fare un secondo lavoro che magari ci piace pure meno del nostro lavoro principale. questo richiede una riflessione profonda su quali sono gli elementi che deve avere un’attività per darci gioia: l’industry, le persone con cui avrei a che fare, i ritmi… non lasciamo queste cose al caso!
- abbiamo anche discusso di come fare a mettere l’altra persona a suo agio usando domande specifiche su cose che molto probabilmente saranno temi di interesse dell’altra persona. quante volte usiamo frasi cosiddette di circostanza per rompere il ghiaccio con una persona invece che studiare il profilo di quella persona, i suoi interessi e osservando quello che questa persona ci comunica con i suoi gesti, la comunicazione non verbale, l’ambiente in cui si trova
- “se ti concentri sulla qualità del tuo lavoro e comunichi in maniera chiara cosa compra chi compra da te non hai bisogno di un commerciale”. questa frase cattura l’essenza di cosa serve per avere successo in tutto quello che facciamo nella vita, sia a lavoro che fuori: dobbiamo costruirci un brand di affidabilità, di qualità, di fiducia… e se facciamo questo non avremo bisogno di cercare clienti perché saranno loro a cercare noi!
- abbiamo parlato di come sia utile, quando dobbiamo prendere una decisione, esporci a persone che quella decisione l’hanno già presa e non copiarla, ma capire il framework decisionale usato e capire quali elementi potrebbero essere applicabili al caso nostro
- abbiamo sentito come Stefano abbia trovato la sua fonte di ispirazione in un corso nel quale era finito quasi per caso… e di nuovo non posso che sottolineare l’importanza di esporci a situazioni che massimizzano la probabilità di inciampare in qualcosa che ci piace davvero
- interessante poi la prima esperienza di Stefano, un sacrificio incredibile in termini di pendolarismo, un salto quantico per quanto riguarda lo stretch cha ha dovuto fare per guadagnarsi il posto non avendo le basi ma solo la passione. Ma mettersi in gioco, scommettere su sè stessi e lavorare sodo sono ingredienti che, quando mescolati bene, raramente deludono
- abbiamo deragliato notevolmente parlando di videogiochi e abbiamo fatto in viaggio indietro nel tempo di almeno 30 anni. nelle show notes dell’episodio troverete il link a Zak McKracken e all’intervista di Lex Fridman a John Carmack
- abbiamo sentito di come Stefano si sia basato sull’istinto per prendere una decisione che oggi definiremo “contrarian”, ovvero andare contro tutti i preconcetti che facevano parte del sistema nel quale era cresciuto. Davvero qui se fate il parallelismo tra la sua storia e quella di suo fratello sentirete due sistemi operativi completamente diversi… e il bello è che non ce n’è uno migliore, ma quello che va meglio a ciascuno di noi
- avete sentito di come Stefano si sia creato un grande network da un blog, un suo sforzo quotidiano non finalizzato alla monetizzazione diretta che lo ha portato a conoscere colleghi, imparare cose nuove, rimanere aggiornato, portato clienti e gli ha creato anche una reputazione di “esperto” sui temi su cui lui era ferrato e di cui era appassionato.
- il mettersi fuori come strategia per generare contatti inbound che poi portano opportunità
- l’approccio di Stefano di considerare i competitor “colleghi” e cercare modi di lavorare CON loro e non CONTRO di loro
- di nuovo abbiamo sentito l’approccio “contrarian” di Stefano che, di fronte all’esplosione del web, ha investito sulla CARTA. Davvero pazzesco, però se ci pensate è vero: appena tutti saltano sul nuovo carro, il carro su cui erano è improvvisamente più vuoto e quindi, se sei bravo, è molto più facile emergere e definire una nicchia in cui riesci a diventare un punto di riferimento
- siamo poi passati a parlare del business di Stefano ovvero il design di bottiglie ed etichette per bottiglie, di vini e non solo. abbiamo fatto una panoramica su come funziona quel mondo e abbiamo avuto modo di riflettere sull’importanza che il packaging e, più in generale, come un prodotto si presenta, faccia tutta la differenza nel mondo nel processo di decisione di acquisto di un cliente (e, per estensione, di come i dettagli di come ci poniamo rispetto agli altri possano determinare l’opinione che gli altri avranno di noi)
- avete sentito come, anche solo rivendendo un packaging e un’etichetta, si possano aumentare VOLUMI E PREZZO di un oggetto… a parità di oggetto! e non parliamo di mentire, ma di valorizzare quello che questo prodotto ha da dare a chi lo compra. e, di nuovo, qui non parliamo solo di bottiglie di vino, ma anche di noi stessi come prodotto che dobbiamo far comprare a qualcuno.
- e infine abbiamo riflettuto sul potere che una domanda ha di trasmettere curiosità, passione, umiltà, interesse… e di come questi segnali siano spesso associati a persone di talento. Non abbiate vergogna, MAI, di fare domande (e, per contro, se siete manager, cercate sempre di porvi in modo che incoraggi le vostre persone a farvi domande)
- Il profilo LinkedIn di Stefano
- Il sito di O’NICE DESIGN
- Il podcast di Lex Fidman con John Carmack
- Zak Mckracken su Steam
- [LIBRO] – Scott Adams – How to fail at almost anything and still win big
- Badia a Passignano
Episodio sponsorizzato da Digital Combat Agency
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