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• abbiamo sentito la grande influenza che i genitori di David hanno avuto su di lui esponendolo a una cultura del dare agli altri anche quando non hai eccessi da cui attingere. Questo ragazzi non è importante, è fondamentale per poter stare bene e dare un senso alle nostre vite. Chiaro che se hai milioni dare qualche migliaio di euro ti pesa poco, ma se pensiamo di dare anche quando abbiamo poco facciamo del bene al mondo che ci circonda e facciamo anche bene a noi stessi perché non c’è sensazione più bella di quella che proviamo quando rendiamo qualcuno felice con una nostra azione, sia essa un contributo economico, un aiuto concreto, un supporto morale… qualsiasi cosa! il senso del successo è condividere il benessere che ci genera con gli altri, se teniamo tutto quello che creiamo per noi stessi diventiamo aridi!
• abbiamo sentito una frase che sentiamo spesso “ho capito di non essere animale da grande azienda” e abbiamo esplorato il modo in cui David ha capito questa cosa di sé stesso.
• abbiamo sentito come David abbia gestito questa sua “voglia di startup” e come abbia deciso di mettersi in proprio provando a risolvere il suo problema di riabilitazione del ginocchio. questa è una storia che abbiamo sentito e letto tante volte: moltissime aziende nascono dalla frustrazione di una persona su come una certa cosa viene gestita da quello che c’è disponibile sul mercato. E non parliamo solo di app, ma spesso parliamo di oggetti fisici, prodotti, servizi… pensate anche a situazioni che magari vivete tutti i giorni e vi frustrano, magari vi viene l’idea per un’azienda 🙂
• abbiamo poi sentito di come David ha approcciato la ricerca di capitali. purtroppo qui iniziano alcuni dei problemi che sentiremo nel prossimo episodio ma la lezione che voglio cristallizzare qui è: raccogliere fondi e portare persone nel capitale sociale di un’azienda è un lavoro ed è un lavoro che va saputo fare. Non basta avere un’idea buona per avere successo perché se cannate la cap table poi rischiate i problemi che sentirete nel prossimo episodio. Quindi se non sapete come raccogliere fondi, fatevi aiutare da qualcuno che lo sappia fare, è fondamentale.
• abbiamo parlato della sensazione “gambe che tremano” e della capacità che abbiamo di gestirla. Abbiamo discusso come fare a cercare questa sensazione e come fare a imparare a gestirla e, sopratutto, a gestire noi stessi quando ci troviamo in quello stato
• avete poi sentito di come David, una volta ripreso il controllo dell’azienda, sia stato in grado di crearsi una seconda possibilità creando una nuova azienda da zero, imparando dagli errori commessi in passato, salvando quello che si poteva salvare della vecchia azienda, chiudendola in modo dignitoso e arrivando a creare una realtà stavolta solida. Ed è solida proprio per effetto di tutte le cicatrici che David si è procurato nell’azienda precedente… gli errori fanno male, nessuno lo nega, ma se abbiamo la tenacia di continuare a provare, non in modo cieco ma proprio volendo imparare da questi errori, possiamo arrivare a fare qualcosa di grande.
• abbiamo discusso l’importanza di muoversi, di fare cose, di andare comunque avanti anche se non sappiamo dove quando siamo in crisi e quando non vediamo vie d’uscita dalla situazione in cui siamo
• abbiamo anche toccato un altro punto fondamentale: cercare alternative a quello che abbiamo e che in questo momento non ci piace anche solo per avere un termine di paragone che magari ci fa vedere il nostro quotidiano in ottica diversa e ci aiuta a trovare un senso che, finché vediamo solo quella realtà, non vediamo.
• abbiamo anche discusso un tema che oggi è tabù in molte aziende e per molti dipendenti: la condivisione di un problema, di una sensazione di malessere BEN PRIMA di pensare di andarsene, di mandare CV… dobbiamo avere il coraggio di condividere i nostri problemi con l’azienda con il genuino tentativo di risolverli INSIEME per il bene di entrambi. Questo dialogo deve essere costante e continuo, trasparente, aperto… e poi, ovviamente, se le soluzioni ai problemi non si trovano, potremmo andarcene sapendo di aver provato a risolvere il problema e l’azienda, ovviamente, non potrà dire di essere impreparata a questa situazione.