05.02.23
Con le scelte che fai puoi dare alla tua vita la direzione che vuoi
Giuseppe Astone

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Note (se avete problemi con le pagine in inglese usate pure Google Translate)
  • siamo partiti parlando dell’imprenditoria e delle PMI italiane, delizia per i talenti che sfornano e l’impatto che hanno sul territorio, croce per come a volte vengono gestite… speriamo con questo podcast di dare qualche stimolo a pensare in grande. Non bisogna essere in america per fare aziende da centinaia di milioni di euro di fatturato!!
  • abbiamo parlato dell’importanza di creare aspettativa per qualcosa e di come questa aspettativa non sia una punizione, ma di fatto aumenti il piacere di ottenere quella data cosa e di come questa aspettativa possa essere usata come uno strumento per massimizzare la gioia che proviamo e facciamo provare agli altri
  • abbiamo parlato dell’importanza di analizzare bene le situazioni che ci si presentano davanti per valutarle bene e valutare bene l’impatto che le nostre decisioni possono avere sulle nostre vite
  • abbiamo anche parlato dell’importanza di basarci sui first principles quando cerchiamo di capire cosa ci piace e cosa no… perché questi principi sono la base delle nostre reali motivazioni e di come viviamo le conseguenze delle scelte che facciamo
  • abbiamo discusso i vantaggi di “vivere più vite in parallelo” in tempi brevi per crearci esperienze che diventano poi frame di riferimento che ci daranno vantaggi competitivi più avanti nella vita… meglio avere persone che “sanno cavarsela” rispetto a profili puramente accademici, specie in ambienti in cui i task sono poco definiti
  • attenzione a quando associamo l’opinione che gli altri hanno di noi con l’opinione che noi abbiamo di noi stessi! non permettiamo a stimoli esterni, social media in primis, di definire cosa vuol dire essere felici! solo noi abbiamo il potere di decidere cosa fare per essere soddisfatti delle nostre vite e dobbiamo usare questo potere con saggezza!
  • abbiamo poi sentito di come Giuseppe abbia capito che, per rendersi appetibile al mondo del lavoro, gli serviva un master e gli serviva l’inglese e abbia quindi deciso di andare a fare un master a Londra e di come, in modo molto metodico, abbia anche trovato un lavoro per migliorare la lingua e guadagnare qualcosa per essere in grado di mantenersi (e pagare il mutuo strozzino che gli avevano fatto per il master)
  • abbiamo poi sentito di come quest’esperienza, non lineare, gli venisse riconosciuta molto bene in sede di colloquio, anche rispetto ai suoi compagni che avevano fatto percorsi più lineari di laurea e poi subito lavoro
  • abbiamo sentito di come, nonostante gli piacesse il lavoro in decathlon, Giuseppe avesse sentito il bisogno di avere una seconda fonte di reddito e di come questo bisogno gli abbia fatto prima continuare a fare il barista, e poi lo abbia introdotto al network marketing
  • abbiamo anche sentito come la side gig lo abbia defocalizzato dal suo lavoro in decathlon e di come questo calo di focus sia stato notato all’interno dell’azienda
  • abbiamo anche fatto un excursus sui benefit delle side gigs: dalla crescita personale anche se va male, alla fonte di entrate secondaria che aiuta a vivere un po’ più sereni, fino al diventare una main gig e sostituire il nostro lavoro principale e diventare il nostro lavoro principale
  • abbiamo sentito l’enfasi che Giuseppe mette sull’importanza di creare e mantenere il network… e sopratutto di COME farlo, di come dobbiamo sempre mettere l’altra persona al centro, di come dobbiamo sempre focalizzarsi sul dare, essere genuinamente interessati a quello che l’altra persona prova e dice.
  • abbiamo poi sentito di come Giuseppe, dopo una clamorosa lettera, pienamente ingiustificata lasciatemi dire, di licenziamento abbia deciso poi di mettersi in proprio per svincolarsi dal rapporto di lavoro subordinato che, fino a quel momento, non gli aveva dato particolari gratifiche né una direzione chiara che fosse coerente con gli obiettivi che si era prefissato
  • abbiamo anche discusso delle difficoltà iniziali che Giuseppe ha avuto nel definire l’identità, e quindi la mission, il tipo di clienti che voleva e tutto quello che ne consegue, di Commerciali Digitali perché andava in cerca di clienti per fatturare e non poteva dire di no a possibili ricavi.
  • e abbiamo poi sentito di come abbia trovato la sua strada quando era a un passo dal perdere il cliente. quasi la mossa della disperazione, ma anche la capacità di capire che cosa avrebbe reso contento il cliente e cosa poteva fare lui per renderlo contento
  • e da lì, in modo adesso metodico e fortemente strutturato, ha iniziato a creare un network di clienti che avevano bisogno di un sacco di servizi, servizi che poi lui è andato ad acquisire come clienti e ha messo in collegamento generando per loro una valanga di leads
  • abbiamo poi sentito cosa vuol dire fare azienda al sud, in provincia, creare un business in modo SMART che ovviamente è consapevole del fatto che i clienti sono nelle grandi città, ma che si organizza per dare enfasi anche a quello che conta per il benessere dei suoi dipendenti
  • e infine Giuseppe ci dice che il suo consiglio per chi vuole scalare, per chi non vuole porsi limiti ai risultati che può conseguire, è di fare impresa
  • abbiamo chiuso ricordando i giorni difficili. il payoff di fare impresa è sicuramente immenso ma, prima di intraprendere questa strada, dobbiamo essere consapevoli di quanto saranno difficili i primi giorni, delle difficoltà, delle frustrazioni… e sono proprio queste difficoltà che renderanno epici i nostri successi!

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