16.10.22
La mia felicità non dipende dal seguire un dato percorso di carriera ma dal creare io la mia strada
Martino Ghielmi

Abbiamo parlato di preconcetti e di come, se basiamo le nostre azioni o decisioni sulla base di idee che abbiamo in testa senza avere mai approfondito il perché delle cose, ci possano precludere esperienze incredibili che magari sono più “nostre” di altre cose che oggi fanno parte della nostra vita ma non sono così allineate al nostro modo di essere o di vedere il mondo.

Martino ci ha poi snocciolato un po’ di numeri che ci aiutano a dare una dimensione e una connotazione di un continente che è molto frammentato, variegato, proprio come l’EUROPA (divertente pensare che noi italiani ci sentiamo europei solo da un punto di vista politico ma guai ad accomunarci a francesi o tedeschi… e invece per molti di noi l’africa è un tutt’uno senza alcuna sfaccettatura)
abbiamo parlato del potere della corsa, sia come esercizio aerobico di rafforzamento del cuore, sia come esercizio mentale di “pulizia”, di allenamento della resilienza a fare cose che richiedono forte disciplina. Io lo uso anche come meditazione, come forma di “scarico” che mi resetta e mi carica per la giornata (dato che il mio slot di corsa è alle 6 del mattino) 🙂

Martino ci ha poi dato suggerimenti pratici: iniziare camminando, farlo spesso e non solo nel weekend, se non ce la facciamo a correre facciamo un mix e andiamo a costruire lo stato fisico che ci permetterà di correre sempre più a lungo e sempre con minor fatica.
Abbiamo poi sentito da Martino come ha iniziato ad appassionarsi di Africa e di come abbia trovato un modo per farsi pagare per approfondire questa esperienza. E non solo questo, ha usato questa esperienza per capire esattamente cosa andava e cosa no di quel mestiere esponendosi a chi lo faceva.
Poi Martino ci ha raccontato della sua scelta di fare il consulente, scelta fatta con cognizione di causa per arricchire il suo profilo e acquisire competenze che sapeva gli sarebbero servite.
e infine abbiamo discusso di prospettiva e di come una frase possa iniziare nello stesso modo ma finire in modi molto diversi. l’esempio che abbiamo usato è quello dei benefici che derivano dal cambiare lavoro, o contesto, per saper mantenere una mente fresca e un approccio critico sul MODO e sul PERCHÈ delle cose che facciamo.

Il suo approccio alla ricerca di cosa voleva fare che è partito dall’esclusione di cosa non voleva, escludendo appunto sia la consulenza direzionale che ruoli lato cliente. Qui capite perché insisto nel dire che dobbiamo esporci a situazioni diverse per capire cosa vogliamo davvero? Martino ha visto una miriade di situazioni nei 2 anni in consulenza e, sebbene nessuna di questa gli abbia detto cosa voleva, TUTTE queste gli hanno detto cosa NON voleva.

E poi ha letto libri, cercato stimoli, provato a immergersi in cose che non facevano parte del suo quotidiano per capire se avrebbe potuto così trovare la sua strada.
Martino ci ha poi raccontato di come il network, in modo passivo!, lo abbia aiutato a trovare quello che cercava. Ha infatti disseminato il suo messaggio su diverse persone che facevano parte della sua vita e, guarda caso, uno di questi conosceva una persona che aveva questa cosa in comune con lui e gli ha poi spianato la strada per tutto quello che è venuto dopo.

Abbiamo poi sentito di come Martino abbia lanciato il blog come side project, senza un piano specifico o velleità particolari… e solo in un secondo momento abbia capito che poteva diventare una cosa a tempo pieno. Interessante come Martino abbia detto due cose molto profonde. Il blog è stato un modo per conoscere sé stesso (usando la scrittura come modo per mettere in ordine le idee nella sua testa). Il blog gli ha dato modo di trovare persone come lui accomunate dalla stessa passione e perché è successo questo? perché lui si preoccupava solo di quello che poteva dare alla sua community, scrivendo un articolo a settimana per mesi.
Abbiamo anche toccato un tema a me caro: il focus sull’Italia e il desiderio di aiutare l’italia a scoprire mondi che qui arrivano poco, cercando di dare un contributo e uno stimolo a crescere e provare cose nuove.

La riflessione che Martino fa è davvero bella: “la mia felicità non dipende dal seguire un dato percorso di carriera ma dal creare io la mia strada” e ha usato la metafora della barca, invece che imbarcarsi su una transatlantico, ha preferito costruire la sua canoa. E con la sua canoa si tira dietro altre canoe e da lì costruisce il suo futuro. è davvero una bella metafora, sicuramente non si applica a tutti ma come sempre lo sforzo che faccio è quello di esporvi a punti di vista diversi sperando che risuonino con le persone che siete in questo momento della vostra vita.

Parliamo anche dell’importanza di ascoltare, di non partire con approcci preconfezionati ma fermarsi prima ad ascoltare le esigenze degli altri e tarare poi il nostro approccio su queste esigenze. Martino ne parla in relazione all’africa e al modo di interagire con i popoli che la abitano, ma se ci pensate questo approccio è vero anche per tutte le interazioni sociali che abbiamo. Molto meglio stare zitti, ascoltare, capire chi abbiamo di fronte e solo dopo che abbiamo capito proporre le nostre soluzioni e idee usando le informazioni che abbiamo acquisito.
Quando vogliamo costruire una relazione quindi, partiamo sempre col DARE, non col chiedere. Basta anche solo l’attitudine al voler DARE, credetemi, vi apre porte che altrimenti sarebbero chiuse.

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