08.05.22
Dobbiamo riempirci di buone domande
Luca Foresti

Abbiamo parlato dei suoi anni alla Normale di Pisa e di come lui abbia vissuto quegli anni in modo molto deliberato, creando un percorso formativo che gli è servito ad acquisire skills che supponeva gli sarebbero servite in un eventuale futuro lavorativo. Questo, dopo che aveva fatto un esame introspettivo e aveva capito la via della fisica era forse più idonea ad alcuni suoi colleghi universitari. Segno di grande umiltà e apertura mentale… sarebbe stato facile dire “io sono qui QUINDI me lo merito”… e invece lui ha capito che il merito non è dato da un evento passato ma è una cosa che ci dobbiamo guadagnare tutti i giorni.

Luca ci ha poi raccontato della sua esperienza nella microfinanza e di come all’estero la sua giovane età non sia stata una barriera all’accesso a ruoli di grande responsabilità che lo hanno aiutato a crescere in modo molto più veloce rispetto a quello che avrebbe, mediamente, potuto fare in Italia. Questo gli ha permesso di accedere poi a ruoli che altrimenti avrebbe potuto valutare solo con 10 anni in più.

Ci ha poi raccontato di come l’estero aiuti a “sprovincializzarsi”, a vedere il mondo da diversi punti di vista e ti arricchisce, anche e sopratutto quando poi torni in Italia!
“Nulla accade mai improvvisamente senza che ci sia stato un pensiero profondo per anni”, con questa frase Luca ci racconta il suo processo: Studio e Costruzione. Lo studio implica la capacità di raccontare un concetto in modo estremamente semplice, aiutandosi con la scrittura come metodo per tradurre in modo suo, e consolidare nella sua testa, le cose che apprende. La Costruzione di progetti invece è un approccio metodico fatto di incontri, business plans, pianificazioni etc…

Arriviamo a parlare di serendipità, APPARENTE. Eh si, il modo in cui Luca è arrivato in Sant’Agostino sembra un caso, ma in realtà avete sentito come lui “se la sia cercata” lanciando un commento quasi casuale via LinkedIn in un momento storico in cui quello era ancora un mezzo molto efficace per creare connessioni di business. Interessante come Luca ci abbia detto che nel suo messaggio “non chiedeva nulla”… io lo consiglio sempre quando me lo chiedono “focalizzati SOLO su quello che puoi fare tu per gli altri e non quello che gli altri possono fare per te, e vedrai che ti ascolteranno!”.

Parliamo poi dei primi anni di Luca in Sant’agostino e di come si sia “arrangiato” per creare un piano di crescita che fosse economicamente sostenibile e che fosse coerente, da un lato, con le ambizioni di crescita e, dall’altro, con le risorse che aveva effettivamente a disposizione.

Parliamo poi del processo di selezione che Luca utilizza per selezionare i talenti giovani, disegnato per eliminare coloro che, calati nell’ambiente lavorativo di Sant’Agostino, non ce la farebbero. Luca spiega di come il suo approccio sia di mettere la persona fuori equilibrio e vedere cosa fa per tornare in equilibrio.
Ci ha parlato di fare di necessità virtù e di come sia stato un early mover nel capire cosa cercavano i clienti che avevano bisogno dei servizi che Santagostino offriva. L’effetto di questo è stato disegnare una strategia di marketing che fosse low cost e che andava proprio ad indirizzare le esigenze dei suoi clienti (ci ha parlato di reviews, trasparenza, annual report… strumenti che costavano poco e che gli hanno permesso di vincere la fiducia dei suoi clienti).

Ci ha poi raccontato di come è finito a scrivere una moltitudine di post su LinkedIn, rendendo pubblico il suo zibaldone dei pensieri. L’obiettivo era semplice: condividere le sue idee con gli altri e cercare confronto con persone che gli facessero challenge strutturati. Lo dico sempre: l’intelligenza non è cercare chi ti dice sempre sì, ma cercare persone che sono in grado di sostenere e argomentare una posizione completamente ortogonale alla nostra. E da quel confronto nasce SEMPRE crescita (e a volte qualche bella amicizia).

Ci ha anche spiegato di come abbia creato delle regole per la gestione veloce e pratica del suo profilo social. Quante volte finiamo nel vortice dei social media perché ci avventuriamo in essi senza alcuna regola. Decidere a priori quanti minuti, quanti post, quanti like faremo è un modo eccezionale per limitare l’intrusione che questi mezzi possono avere nelle nostre vite. Luca ha poi anche creato delle euristiche per decidere come gestire l’eventuale negatività che, immancabilmente, su internet si trova… e anche qui: questo approccio dovremmo usarlo tutti nelle nostre vite. Se uno ci fa perdere tempo, decidiamo a priori come gestirlo; se uno ci fa arrabbiare, idem; se uno non ci rispetta, idem… cerchiamo di non improvvisare, il rischio di perdere tempo o fare cose più per emozione che per approccio deliberato è semplicemente troppo grande!

Ci ha poi detto di come usi il suo network per portare stimoli diversi nella sua azienda, condividendo esperienze e aiutando il suo team a tenere una mente aperta su moltissimi temi. Bello quando lavoriamo in aziende in cui la leadership si prende cura della nostra formazione… ma se non è così, dobbiamo pensarci noi! Cerchiamo sempre stimoli, cerchiamo idee, cerchiamo confronti, feedback… qualsiasi cosa possa aprirci la mente!

Ci ha parlato della lettura e di come si organizza per individuare e leggere contenuti che lo arricchiscono e lo fanno crescere. Andate a cercare la bibliografia nelle show notes, è davvero ricca di perle!
ci ha parlato di come il suo superpotere sia fare UNA SOLA COSA ALLA VOLTA, fatta bene, fatta fino in fondo e solo allora preoccuparsi del resto. Curioso come questa sia esattamente la risposta che Warren Buffet e Bill Gates hanno dato, ad una conferenza negli anni 80, alla domanda “qual è il segreto del tuo successo?”

Ci ha spiegato come lo step base per creare attenzione e presenza sia togliere TUTTE le notifiche. Forse brutale all’inizio, ma devo dire che dopo la chiacchierata con Luca ho eliminato una buona parte delle notifiche sui miei dispositivi e i benefici, in termini dell’attenzione che riesco a dedicare alle cose che faccio, sono stati pressoché immediati. Attenzione al “richiamo” di guardare… la FOMO. Dobbiamo ignorarla, il mondo va avanti anche se noi non lo guardiamo girare.

E infine abbiamo parlato dell’importanza delle domande, di come, se ci facciamo le domande giuste, orientiamo le nostre antenne a ricevere stimoli che altrimenti ignoreremmo e che quindi non potrebbero aiutarci ad aprire gli occhi e crescere.

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