28.04.24
Hacking etico, campionati LEGO e arti marziali digitali
Emanuele Miliani

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Note (se avete problemi con le pagine in inglese usate pure Google Translate)
  • siamo partiti parlando dell’importanza di intercettare i trend quando sono all’inizio e di come, se prendiamo i treni giusti, ci possiamo trovare in posizioni di grande potere negoziale quando andiamo a cercare lavoro. interessante la storia di Emanuele sull’underground e sui luoghi di aggregazione virtuale e reale.
  • una delle cose che mi è piaciuta di più è come Emanuele fosse “spettatore” di questo mondo, perché ne apprezzava l’apertura, l’energia, la voglia di condividere… e questo dovrebbe farci riflettere. quando oggi diciamo “l’AI non fa per me” o “io non sono programmatore” come scuse per non fare le cose che non capiamo ci stiamo perdendo opportunità incredibili. dobbiamo invece essere curiosi ed esporci ai trend interessanti, anche senza capire tutte le virgole di quello che viene detto, perché potrebbero aprirsi porte che nemmeno sappiamo esitano.
  • abbiamo sentito Emanuele descrivere una tecnica base: non dar da mangiare al troll e, invece che bloccare un contatto “ostile”, la cosa migliore è ignorare l’input e non dare risposte. se ci pensate è vero anche nelle relazioni fisiche: più rispondete a uno che vi insulta e più gli animi si scaldano e poi uno perde la maniglia e succedono cose che poi rimpiangiamo. se invece imparate a schivare, l’altro poi si stanca e avete evitato litigate e cose che poi diventano difficili da riparare
  • avete poi sentito come la voglia di Emanuele di esporsi a situazioni sempre nuove e sempre diverse lo abbia portato a decidere di chiudere il suo studio e buttarsi anima e corpo nell’insegnamento, che però lui vede in modo molto moderno, come coach e come abilitatore, non come podio da cui impartire il sommo sapere sugli studenti
  • e chiudo con uno spot sui Lessini… se potete ragazzi, andate a farci un giro 🙂
  • avete sentito di come Emanuele abbia avuto un approccio molto deliberato per capire “cosa ci voleva per vincere” nella competizione per l’innovazione e di come, in modo metodico, abbia scomposto i criteri per vincere, e questo approccio lo abbia portato poi a creare un team che è andato a prendersi il premio. tante volte quando non vinciamo tendiamo o ad arrenderci oppure a dare colpe ad altri… invece Emanuele ha detto “fammi vedere cos’hanno fatto di meglio quelli che hanno vinto” e, su quello, ha cambiato approccio al suo coaching, con i risultati che avete sentito.
  • abbiamo parlato di problem-solution fit e product-market fit, due fasi fondamentali della vita delle startup che Emanuele ha saputo replicare nell’ambito didattico della sua scuola… e avete sentito la magia che è riuscito a creare in questi ragazzi, e che risultati!
  • avete anche sentito il passaggio da insegnante a coach… così importante e così simile a quello che accade in azienda quando un manager non riesce a fare quello scatto e finisce con lo schiacciare le persone che ha sotto. A volte in modo conscio, a volte invece senza nemmeno accorgersene! State attenti e puntate sempre a essere coach, abilitatori, facilitatori… che non vuol dire delegare tutto, ma amplificare il valore del talento che avete a disposizione!
  • abbiamo poi sentito l’importanza di fare domande per far leva sulla motivazione intrinseca delle persone come strumento di leadership… altro che dirgli cosa fare e come farlo, ma semplicemente spiegando il perché e lasciando poi che cosa e come se le trovino le persone!
  • e infine abbiamo poi parlato di linguaggio del corpo e di come il modo in cui ci poniamo ci permette di passare messaggi in modo chiaro e impattante, facendo leva sulla motivazione intrinseca delle persone e non sull’autorità. e questo vale sia in ufficio che a casa

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