La Comfort Zone è il tuo peggior nemico

È mercoledì 12 settembre 2018 e sto provando a inquadrare la mia nuova vita ad Amsterdam, cercando una nuova casa per la mia famiglia così da poterci trasferire e, nello stesso momento, sto iniziando a capire il mio nuovo lavoro, cercando di stabilire nuovi rapporti, imparare il nuovo gergo e i processi. Stanno succedendo molte cose in questo periodo: nuova città, figlia di 8 mesi, nuovo lavoro, nuovo Paese… per molti una sola di queste “novità” sarebbe abbastanza da causare molto stress.

Il telefono squilla, è un numero inglese. Rispondo. La persona dall’altro lato mi dice che ho l’opportunità di essere intervistato da SKY Morning News, sabato o domenica (o magari nessuna delle due, dipende da quello che succede nel mondo) per parlare del mio nuovo libroOffice of cards. Mi dicono che lo show solitamente raggiunge cento milioni di abitazioni nel Regno Unito con una media di cinque milioni nell’intervallo di tempo nel quale andrei a fare il mio intervento.

Come pensate che mi sia sentito? Ho provato tre emozioni che mi ricordo molto bene.

1-      Mi sentivo sconvolto. In pratica, mi stavano chiamando per dirmi di comprare un biglietto per Londra senza la certezza che sarei veramente andato in onda. E se fossi andato per niente? Avrei solamente sprecato i miei soldi. Non aveva senso e non potevo credere che mi stessero chiedendo una cosa del genere senza alcuna garanzia.

2-      Mi sentivo spaventato. Cento milioni di case, mediamente cinque milioni di persone…COSA?!? Intervistato dal vivo da due persone che non conoscevo. Non sapevo nemmeno se avessero letto il mio libro. Non avevo nessuna idea dello stile che adoperavano e, peggio ancora, non avevo abbastanza tempo per prepararmi. “Terrorizzato”, forse, descriverebbe meglio come mi sentivo.

3-      Mi sentivo preoccupato. I fine settimana erano importanti per esplorare la città e trovare una casa. La mia famiglia aveva bisogno di me ad Amsterdam, la nostra sistemazione temporanea non poteva durare per sempre e perdere un weekend di ricerca poteva rivelarsi una decisione con impatto negativo sulla mia famiglia.


Quindi cos’ho fatto? Ho detto di sì, ovviamente ?

Perché ho detto di si quando avevo così tante emozioni negative per quello che riguarda questa decisione? Semplice. Perché, quando possibile, cerco di non basare le mie decisioni sulle emozioni, ma su procedimenti accurati e razionali.

Mettendola in un’altra prospettiva: la parte emotiva del mio cervello (amigdala e ippocampo) stava cercando di ingannarmi, facendomi percepire solamente la parte problematica di questa situazione, ingigantendola. Per fortuna ho fatto leva sulla parte razionale del mio cervello (neocortex) e le ho permesso di prendere il sopravvento sulle mie emozioni, che mi stavano portando nella direzione sbagliata.

Questo processo è descritto più dettagliatamente nel capitolo 5 del libro di Office of Cards: i fatti sono gli stessi, ma il nostro approccio puo’ portarci a prendere decisioni diametralmente opposte, in funzione di quale parte del nostro cervello usiamo in prevalenza. Paura o entusiasmo sono emozioni utilissime, ma raramente ci permettono di prendere decisioni corrette.

Quindi, al posto di vedere quelli come problemi e motivazioni per le quali non partire, ho deciso di vederle come OPPORTUNITÀ e ragioni per le quali andare. #MakeItCount

1-      Il viaggio poteva essere uno spreco. Non era un grande problema, ho comprato il biglietto usando le miglia British Airways che avevo collezionato negli ultimi due anni quindi ho speso 35£ per l’intero viaggio. Inoltre, era un’ottima opportunità per rivedere alcuni amici e passare del tempo con loro, che non è mai sprecato.

2-      Cento milioni di case e cinque milioni di persone… sono potenziali LETTORI! Se non ho il coraggio di parlare di quello che ho scritto in pubblico, allora forse non avrei nemmeno dovuto scrivere il libroOffice of Cards è stato scritto con l’intenzione di aiutare le persone. Più persone riesco ad aiutare, meglio è. È stato scritto con la speranza che un totale sconosciuto un giorno mi scriverà sui social per ringraziarmi per aver avuto un impatto positivo sulla sua vita (e’ gia’ successo decine di volte, per fortuna!). Quindi, fare questa intervista, mi avrebbe dato l’opportunità di far succedere tutto questo.

3-      La mia famiglia viene sempre prima di tutto. Sapevano che avrei detto di no per loro ed è per questo che Cinzia mi ha detto “vai, troveremo un modo, sono sicura”. E, ovviamente, un modo l’abbiamo trovato ? #BeAGiver #BeOtherCentric

Potrei fermarmi qui, il punto di questo post e’ semplice: quando affronti un problema, vedilo come un’opportunità.

Solitamente, i problemi al lavoro rappresentano opportunità che ti fanno dimostrare i tuoi talenti, imparare nuove competenze, vendere di più… quello che vuoi. Se non affronti un nuovo problema o una situazione che ti mette in difficoltà, ma continui ad affrontare situazioni conosciute che sei in grado di gestire e affrontare (la comfort zone), queste situazioni difficilmente ti porteranno in luoghi diversi o ti faranno ottenere qualcosa di diverso da quello che hai ottenuto fino ad ora. Nessuna promozione, nessuna soddisfazione professionale, niente. Le stesse azioni portano sempre alle stesse reazioni.

Quindi, la prossima volta che affronti un problema, prova a vederlo come un’opportunità.

È un cambiamento di approccio mentale perché, veramente, la situazione non cambia. Quello che cambia è il tuo modo di vedere le cose e quindi il modo che hai di affrontarle. Si, quello che fai è il risultato di come vedi le cose quindi, cambia l’approccio e le tue azioni (e quindi risultati) cambieranno di conseguenza.

Non evitare i problemi, affrontali. Quando hai finito, guardati indietro e pensa a quello che hai raggiunto e hai imparato e usalo per la prossima sfida che si porrà davanti a te. Se ti costruisci una vita fatta di sfide, ti troverai sulla cima di una grande montagna, senza nemmeno renderti conto della fatica che fai a raggiungerla.

Vuoi ottenere la cintura nera in un determinato campo? Allora vai proattivamente alla ricerca di problemi invece di aspettare che vengano da te.

Una volta ho chiesto a un CFO, che ora è diventato un CEO, “se potessi darmi un consiglio sulla mia carriera, solo uno, quale sarebbe?”. Allacciati le cinture per questa risposta perché mi rispose “trova il lavoro piu’ ingrato e difficile che puoi, quello che nessuno vuole fare, e fallo”.
L’ho fatto, ottenendo anche una promozione per quel lavoro. Grazie Dave, questo è probabilmente il miglior consiglio che io abbia ricevuto finora nella mia vita.

A chi interessa, a questo link potete trovare l’intervista, che mi hanno detto essere andata molto bene (in inglese).

Voglio ringraziare Cinzia per aver gestito la situazione da sola con Arya, Max e Khaleesi mentre ero via. Senza la tua forza, non avrei potuto farcela.

Come sempre, sentitevi liberi di lasciare un commento, fare domande e condividere le vostre esperienze.

Grazie per la lettura.

Office of Cards
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