Anno nuovo, vita nuova. Il miglior approccio per cambiare vita nel 2019.

Vacanze di Natale, freddo, regali, pasti abbondanti, tombola e panettone. Quando si pensa a questo periodo dell’anno i primi pensieri sono di solito quelli.

Io invece preferisco pensare ad altro. Preferisco dedicarmi alla lettura (ho appena finito il secondo dei 5 libri che vorrei leggere, ora sono al terzo) e a riflessioni profonde sulla mia vita, dove sono arrivato e quali obiettivi vorrei raggiungere nel prossimo anno.

Uso un modello abbastanza semplice, che condivido qui con voi sperando che possa essere di ispirazione e riferimento per alcuni, per lanciare il 2019 nel modo giusto.

Looking back (riflessioni sul passato)

La prima cosa che faccio e’ riflettere sull’anno appena trascorso. Cerco di racchiudere in un documento (scrivere è molto più efficace che pensare, e poi è utile e divertente andare a rivedere questi documenti) le scelte principali che ho fatto e cosa mi hanno insegnato.

Seguo questo schema:

  1. 3 errori che ho commesso. Cerco di pensare a situazioni spiacevoli nelle quali mi sono trovato e cerco di identificare quali sono i miei comportamenti che mi hanno portato in quella situazione. Come descritto in Office of Cards, credo fermamente nel principio #OwnYourLife pertanto non cerco alibi o scuse per quello che mi succede: se e’ successo e’ sicuramente, almeno in parte, colpa mia quindi devo capire cosa potevo fare di diverso per evitare quella situazione. E’ fondamentale essere umili e oggettivi nello svolgimento di questo esercizio, altrimenti serve a poco. L’obiettivo e’ capire che errori abbiamo fatto al fine di evitare di ripeterli, se pensiamo di non aver commesso alcun errore allora e’ meglio lasciar perdere (sapendo che, a parità di condizioni, rifaremo lo stesso errore).
  2. 3 scelte “giuste” che ho fatto. Questo punto bilancia il precedente, e serve a capire quali sono i modelli decisionali che mi hanno portato a scegliere “bene”. Qui l’obiettivo e’ cercare di trovare i punti in comune a queste scelte efficienti in modo da ripetere questo modello in futuro (ovvero: “perché ho fatto questa scelta in questo momento? quali erano i motivi?”)
  3. 3 cose di cui sono grato. Queste possono essere cose che ho fatto io e hanno avuto esiti positivi, ma più spesso sono fatti “esterni” che mi sono capitati, persone conosciute, esperienze che mi hanno fatto crescere.

Questa parte di look back e’ molto importante perché ha poco senso riflettere sul futuro se non si parte da un’analisi di dove si e’ e, soprattutto, sul PERCHE’ si e’ in una determinata situazione. 

Col passare degli anni ho imparato a frammentare un po’ questo esercizio e ora lo faccio 4 volte l’anno, alla fine di ogni trimestre. E’ un modo di risolvere quello che viene definito “recency bias”, ovvero il fenomeno in cui si tende a dare più peso a fatti recenti perché si ricordano più facilmente. Quanti, a dicembre, ricordano nitidamente cosa hanno fatto a Gennaio? Io non ho una buona memoria quindi ho deciso di aiutarla “spezzettando” questo esercizio in 4 parti. 

Devo dire che consolidare questi 4 riassunti è molto interessante perché il limite di 3 per tipo rimane, ma io ne ho 12 per tipo quindi devo riflettere bene su cosa abbia avuto più valore per me e sul perché. Sembra che 3 sia un limite arbitrario, ma non lo è. E’ un numero che forza riflessione e selezione. Questa riflessione ci spinge a prioritizzare, a decidere cosa sia più importante per noi. Il che, a sua volta, ci forza a capire il perché, e il perché e’ ciò che conta in quanto e’ su quello che costruiremo le decisioni che prenderemo in futuro. #AskWhy

Chiaramente se preferite 2 va bene lo stesso, ma non aumenterei perché bisogna focalizzarsi sui punti più importanti: avere una lista di 10 elementi serve a poco perché è difficile concentrarsi su così tante cose, meglio averne meno ma farci poi qualcosa.

Questa è la parte fondamentale del look back: capire il perché delle scelte che abbiamo fatto e delle cose che ci sono successe e su di esso costruire i modelli per il futuro.

Faccio un esempio per chiarire.

A Marzo 2018 ho iniziato a fare attività fisica dopo oltre 10 anni in cui l’unica cosa che facevo era camminare per andare a lavorare. Pesavo 78kg e non mi sentivo in forma. Oltre a questo, e molto peggio, alla veneranda eta’ di 37 anni e mezzo non avevo MAI mangiato un’insalata (di fatto, mai nemmeno toccato una verdura cruda e anche quelle cotte erano abbastanza tabu’). Avevo letto vari articoli che dicevano che per perdere un po’ di peso e avere più energia e’ fondamentale mangiare bene (meno carboidrati, ovvero meno pasta, riso e patate) e fare almeno 30 minuti di attività fisica al giorno (camminare ok, ma meglio ancora se in aggiunta ci si mette qualche esercizio di forza, tipo flessioni o addominali, niente di particolarmente difficile o che richieda strumenti particolari).

Per 37 anni non tocco un vegetale e per oltre 10 non muovo mezzo muscolo… e poi succede quanto segue.

Prima di tutto ho iniziato a tracciare la mia attività fisica (io ho usato un Apple Watch serie 3 con GPS, ma anche un più economico FitBit va benissimo – suggerisco dispositivi con GPS se avete intenzione di fare attività all’aperto cosi’ potete misurare sia quanta energia bruciate, sia distanze e tempi). 

Poi mi sono dato un obiettivo di calorie giornaliere, iniziando a correre e fare qualche esercizio in casa. Come si vede bene sono passato da 0 (magari erano 200/300, solo che non misuravo) a 500 calorie bruciate di media al giorno. 

Vi riporto la stessa immagine aggiornata a fine 2022 per farvi vedere la costanza 🙂

A questo ho affiancato un leggero cambiamento nell’alimentazione, passando da pasta (o pizza/riso, piatti comunque molto carichi di carboidrati) 7 giorni a settimana a 4, e aggiungendo insalate e verdure e tenendo traccia dei nutrienti che ingerivo usando lifesum (hanno uno sconto di fine anno ora, consigliato vivamente). Ho anche sostituito tutte le merendine e biscotti che mangiavo con noccioline e semi (anacardi, nocciole, semi di chia, noci, avena…).

Qui sotto riporto il grafico del mio peso 🙂

(purtroppo l’immagine si è persa nella migrazione del sito. vi dico che passa da 78 a 74 in un mese :))

Chiaramente Dicembre non aiuta ? troppi “bagordi” natalizi e col freddo (e il sole che sorge dopo le 8 del mattino) non riesco a correre come d’estate, ma il risultato è incredibile, specie quella “botta” iniziale.

Ora, perché condivido questo? sono certo che la storia in sè interessa a pochi, ma vorrei condividere con voi il metodo e alcuni spunti:

  • Non è possibile gestire ciò che non si misura. Questo principio si applica bene in tutti i casi in cui ci diamo obiettivi. L’aspetto fondamentale nel rendere un obiettivo accessibile, è renderlo misurabile in modo che possiamo vedere dove siamo rispetto all’obiettivo e possiamo tenere traccia dei progressi che facciamo giorno dopo giorno. Vuoi iniziare a scrivere un libro? Datti un obiettivo di 1000 parole al giorno. Vuoi iniziare un’attività laterale al tuo lavoro principale, spendi 1 ora al giorno in questa attività. Vuoi leggere “di più”? Datti l’obiettivo di leggere 1 libro al mese. Gli obiettivi ci aiutano e ci rendono responsabili nei confronti di noi stessi perché non possiamo “barare” di fronte all’evidenza di un numero.
  • Ho voglia di fare esercizi tutti i giorni? No, ma li faccio lo stesso perché voglio restare in forma e il come mi sento dopo averli fatti più che bilancia il come mi sento mentre li faccio (o appena prima, paradossalmente quando corro i chilometri più difficili sono i primi, che pero’ sono anche i più veloci).
  • Mangio volentieri l’insalata? si. …….. si. HO VISSUTO 37 ANNI SENZA, PENSANDO NON MI PIACESSE, E ADESSO LA MANGIO VOLENTIERI. Fermatevi qui, adesso, un secondo e pensate a tutto quello che nella vostra vita avete evitato di fare “pensando non piacesse” oppure pensando “che non era per me” o che “non ero capace” (molti qui penseranno alla matematica a scuola 🙂 ). Per me questa è stata una rivelazione… la distanza tra il fare e il non fare una cosa è una scelta, tutto qui. Pensate quindi molto BENE alle scelte che fate (e quelle che NON fate) perché dovete poi convivere con le conseguenze. In tutti i campi. Questo punto ricorda il libro di Carol Dweck (consigliatissimo) sulla crescita personale e su come fare a raggiungere il nostro pieno potenziale.

Ma perché ho preso questa decisione? Se dovessi basarmi sulla voglia che ho di fare esercizi, in certi giorni, non uscirei nemmeno dal letto. Eppure tengo duro e li faccio. E’ facile farli se penso al perché. Li faccio per mia figlia 🙂 Da Dicembre 2017 sono diventato papa’ e da Marzo lei ha iniziato a interagire, sorridere… e io ho 38 anni e vorrei essere in forma per lei quando avrà bisogno di me. Voglio essere tonico, giocare con lei, stimolarla, proteggerla. Con questi pensieri, svegliarsi alle 6 tutti i giorni e fare 30 minuti di ginnastica è facilissimo! 

Tutto questo è per dire che fare una cosa (in questo caso esercizi al mattino) può essere difficilissimo (se pensiamo a quanto era comodo e caldo il letto) o facilissimo (se pensiamo al perché li stiamo facendo), a seconda di cosa ci spinge a fare questa cosa.

Provate voi ora a pensare a scelte apparentemente difficili che NON state facendo. Provate a pensare al perché non le state facendo e cercate di capire se e’ un motivo logico, solido o meno. 

  • Cambiare lavoro? perché non farlo se non sei felice?
  • Provare a metterti in proprio? Perché vuoi farlo? Qual e’ il motivo per cui vuoi lasciare il tuo lavoro attuale? Cosa pensi di trovare nella vita da imprenditore che la vita da impiegato non ti da’? Insisto su questi “perché” e invito a fare riflessioni profonde perché arriveranno sempre momenti duri, momenti in cui le nostre scelte verranno messe in discussione, da altri ma anche da noi stessi. In questi momenti bisogna andare sempre al perché si e’ fatta una certa scelta e da li’ trarre la forza di andare avanti.
  • Iniziare una dieta o fare un po’ di attività fisica? perché vuoi farlo? qual e’ il motivo per cui dovresti farlo? Ma sopratutto, perché non farlo ORA?

Talvolta scegliere di smettere di fare una cosa richiede più sforzo, e motivazioni più profonde, che iniziare a fare qualcosa di nuovo.

  • Perché continuare a investire in un business che non va da nessuna parte? Smetti e spendi gli stessi soldi in qualcos’altro. Oppure smetti di fare come hai fatto finora e prova un altro approccio.
  • Perché continuare a fumare quando ormai e’ diventato costoso e scomodo? Smetti e metti i soldi che spendevi in sigarette (e lavanderia) in un conto deposito o un piano di accumulo. Non solo vivrai più a lungo, ma avrai anche molti più soldi!

Troppe volte nella vita siamo bloccati da SCUSE che ci costruiamo per evitare di fare cose “difficili”. E’ importante ricordare che il successo e la felicita’, di norma, sono dall’altra parte di una decisione “difficile”.

Chiudo questa parte citando Jerzy Gregorek, autore del libro The Happy Body, “Hard choices, Easy life. Easy choices, Hard life”, che più o meno vuol dire “se fai scelte facili la tua vita sarà difficile, se fai scelte difficili la tua vita sarà facile”.

Un suggerimento finale: questo esercizio di riflessione non deve per forza essere fatto in solitudine. Per molti può essere utile chiedere aiuto ad amici e parenti, per essere sicuri che le nostre riflessioni siano oggettive e sensate. #GetHelp.

Look forward (Riflessioni sul futuro)

A questo punto, una volta fatta una profonda e strutturata riflessione sull’anno appena concluso, passo a fare un piano per l’anno nuovo, seguendo uno schema molto simile:

  • Definisco 3 obiettivi di crescita personale, cose che voglio imparare a fare, ad esempio nel 2019 voglio imparare un po’ di Olandese per capire cosa mi dicono quando mi parlano qui ad Amsterdam 🙂
  • Poi definisco 3 obiettivi “famiglia”, cose che voglio fare con le persone che mi sopportano tutto il tempo, per far capire loro quanto siano importanti. Avendo una figlia di un anno, devo essere creativo! Ad esempio voglio spendere almeno 5 sere a settimana senza PC o telefono, lasciando il lavoro in ufficio e dedicandomi completamente ad essere presente a casa.
  • Poi 3 obiettivi “fisici”. L’anno scorso era il peso, ora non più: adesso voglio correre 7km in meno di 32 minuti (il mio tempo attuale e’ 36’) e aumentare le “ripetizioni” di alcuni esercizi a corpo libero che faccio quando non vado a correre.
  • Infine, 3 obiettivi di “lavoro extra-lavoro”, ovvero cose che faccio in più rispetto al mio lavoro in Booking.com (in quel caso definire gli obiettivi è una cosa che faccio comunque col mio capo ogni trimestre). Lo scorso anno avevo “finire e pubblicare Office of Cards”, ad esempio, e quest’anno ho deciso di tradurlo e pubblicarlo in Italiano!

Una volta finita questa lista la lascio “invecchiare” qualche giorno e poi la riguardo per essere sicuro che ci sia tutto quello che voglio che ci sia. A questo punto la condivido con la mia compagna e alcuni amici fidati per chiedere loro che cosa ne pensano, per capire se sono stato troppo aggressivo o troppo rilassato nel definire alcuni obiettivi.

E poi, fondamentale, chiedo loro aiuto per: 

  1. scomporre questi obiettivi in sotto-obiettivi più misurabili e raggiungibili, creando una sorta di percorso che mi porti al raggiungimento del macro-obiettivo;
  2. chiedo aiuto e supporto!! Non sempre avrò la voglia e la forza per spingere al massimo, ed è in quei momenti in cui servono i “tifosi” che mi aiutano a mantenere la direzione e la disciplina. #GetHelp

Devo dire che, a volte, creare questi “percorsi” rende il tutto molto divertente.

Ad esempio:

  • per il mio obiettivo fisico ho attivato la modalità “condividi sempre” nel mio Apple Watch, dando pieno accesso ad alcuni amici a tutto quello che faccio cosi’ che possano vedere quanta attività fisica faccio (e io la loro). Inutile dire che quando sono pigro mi arrivano insulti molto creativi, che contraccambio quando posso!
  • per le mie sere a settimana ho comperato un calendario cartaceo e l’ho appeso al muro, poi ho comperato degli adesivi a forma di stellina e, ogni sera in cui sono presente con la mia famiglia, la mia compagna mette la stellina sul calendario. E’ una cosa nuova, vedremo se funzionerà, ma già mi sento carico pensando alla prima stellina del 1 Gennaio 🙂
  • per l’Olandese, ho deciso che proverò a usare Duolingo, che permette di condividere la percentuale di conoscenza della lingua che si sta studiando via social. Tra qualche mese vedremo a che punto sono, conto su di voi lettori per farmi rigare dritto e chiedere progressi!

Tutto questo processo sembra lento, ma in realtà si fa in poco tempo. Io impiego circa una settimana tutto incluso, ma parlo di 1 ora al giorno al massimo. E tutto va SCRITTO. Perché scrivere (e rileggere) aiuta a schiarirsi le idee! Ed è fondamentale avere una traccia scritta da andare a rivedere durante l’anno per vedere se e come stiamo progredendo verso l’obiettivo.

Ne vale la pena? Beh, se guardo ai risultati che ho conseguito da quando ho iniziato a fare questo percorso, direi di si! Non sarei mai riuscito a finire e pubblicare Office of Cards, non avrei mai iniziato a fare attività fisica e a mangiare insalata (mia mamma ancora non ci crede), non avrei nemmeno raggiunto i “successi” professionali che ho raggiunto perché, senza un approccio strutturato, si va un po’ a caso e raramente verso mete “interessanti”. 

Tante citazioni paragonano la vita ad un viaggio, anche io la penso cosi: tanto meglio ti prepari a questo viaggio, tanto più ti divertirai facendolo. E chi invece non prepara niente e va all’avventura? Certo, a qualcuno va bene e vive situazioni epiche (ad es. Cristoforo Colombo), ma il rischio di avere problemi è alto e la vita è una, quindi meglio prepararsi e non rischiare, a mio parere 🙂

Spero che questo post sia utile ad ispirare un approccio diverso al 2019, affinché questo sia l’anno della svolta verso una vita più bilanciata e grandi soddisfazioni personali e professionali.

Come sempre, se avete commenti o feedback, lasciateli pure sui social Facebook e Twitter!

Vi faccio i miei migliori auguri per il 2019 all’insegna della crescita, del miglioramento e del successo, professionale e personale!!

D

Office of Cards
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